LIBRI



Chi scrive non è Al Dutur, nè Dottorpaul, nè Dottor Flipper, nè Papillon: è semplicemente Paolo Zanocco. Si, proprio quel Paolo Zanocco che per tutto il periodo del Liceo Classico subì le angherie della Signorina Anna Maria Quartiroli... La famigerata Professoressa di Lettere, che non sapeva vedere in lui un potenziale autore creativo, gli imponeva di riscrivere pedissequamente nei temi quanto sostenuto da Natalino Sapegno, Benedetto Croce o chi per essi... ma senza mai riuscirci! Finalmente però, dopo la castrazione liceale, pian piano la vena ebbe modo di saltar fuori; e così, oltre alle sue canzoni, il vecchio Paul ha saputo dar vita ad alcune pubblicazioni che hanno avuto un indubbio gradimento locale. 


L'esordio fu con una raccolta di sonetti in dialetto pavese (Dutur, Dutur! - 2005). Ad essa seguirono altri due libri appartenenti allo stesso filone (Pavia, Pavia... - 2006 ; La vita... la Vita! - 2010). Le tematiche dei sonetti sono collegate con la il ruolo di Medico, con la realtà locale e con altri mille aspetti propri della esistenza umana; spiccano ironia, autoironia e la serenità di una visione distaccata. Lo schema del sonetto è seguito rigorosamente, ma lo stile è sempre mantenuto leggero, naturale e in tono dialogato.   


Il maggiore gradimento del pubblico però si è avuto con la pubblicazione di tre libretti di costume provinciale, pensati con la collaborazione dell'amico Tosco Fontana, in cui vengono presentati modi di dire, epiteti, frizzi e lazzi dialettali in una simpatica carrellata arricchita da note esplicative ed etimologiche; il tutto è accompagnato dalla presenza di personaggi presentatori scelti fra i volti noti o meno noti di Pavia. 

Questi libretti si intitolano rispettivamente La cà ad Balnégar (2007), Sèt un ciula! (2008), L'è rivà citòn! (2011).  


E dopo un lungo periodo di pausa dovuto in parte alla esigenza di un opportuno riposo ristoratore, in parte al torpore conseguente al pensionamento e in parte alla famigerata pandemia, è arrivato finalmente il libro di racconti in lingua italiana intitolato Gli strani racconti della MInerva (2021), una raccolta di dodici storie pavesi e universali in cui la realtà incrocia la fantasia all'ombra della filosofia.

Ma il sacro demone dialettale non può morire e così si realizza anche la vecchia idea di dedicare una pubblicazione ai modi di dire dialettali delle terre bagnate dal fiume Ticino: prende vita dunque il libro intitolato arditamente Vadavialcù - I detti del Ticino (2022), in cui rivive lo stile familiare dei precedenti libri di costume provinciale, anche se  in una visione però di più ampio respiro, che si sviluppa su un piano che a buon diritto può essere definito interregionale e addirittura internazionale.    

                        

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FUTURIBILI


Altri scritti sono nel cassetto (o meglio nella cartella del mio PC denominata "Scritti in fieri"). Chissà se dormiranno là in eterno, o prenderanno anche essi la via delle stampe. Forse dovrà arrivare la corrente energetica appropriata: così potranno vedere la luce anche i racconti della raccolta "Il mare di Venere"... Si vedrà!